di David Hey
I tipi emotivi sono costituiti dal Donatore, l’Esecutore e il Romantico-tragico. Sono anche conosciuti come i tipi della vergogna o dell’indegnità. Questa parte del training è un’esplorazione delle qualità dell’Essenza e delle questioni che riguardano gli Enneatipi Due, Tre e Quattro
La Triade Mentale (5, 6, 7) dell’Enneagramma rappresenta tre distinte modalità per non sentire la paura, per evitare la paura. La Triade Emozionale (2, 3, 4) rappresenta tre modi unici di evitare le sensazioni di indegnità e vergogna. La vergogna è la sensazione di non essere a posto così come siamo, che c’è qualcosa di mancante o sbagliato in noi. La vergogna è l’assenza di valore.
Il punto centrale della Triade Emozionale (il Donatore, l’Esecutore, e il Romantico-tragico) è collegato ai secondi sei mesi dell’infanzia, l’inizio della fase di separazione. Spesso la fase di separazione fu in qualche modo conflittuale o non poté iniziare in modo appropriato. Il centro nel corpo è il cuore. I corpi istintivo e mentale sono allontanati dalle loro funzioni originarie allo scopo di servire le emozioni. Tutta l’energia va nelle emozioni. Questo gruppo di personalità potrebbe anche essere detto la Triade della Relazione, la Triade dell’Immagine, o la Triade del Riconoscimento. Il corpo del Due, Tre e Quattro tende ad essere endomorfico, rotondo, morbido e sensuale.
Nell’Enneatipo Due, il Donatore, il senso di vergogna è esternalizzato. Il Donatore è una personalità estroversa, socievole, affascinante e seduttiva. I Due hanno incredibili capacità interpersonali e possono entrare in comunicazione con gli altri con grande facilità. Seduzione e manipolazione sono parte del gioco. L’interesse del Donatore è completamente nell’altro – come entrare in relazione con lui, come blandirlo e sedurlo, come ottenere quanto gli serve in modo indiretto. Spesso il comportamento può apparire doppio, ingannevole e politico. L’adulazione è naturale per il Due, e quanto dice è fatto su misura per compiacere l’altro, e non per servire la verità.
Il Donatore è nella classica posizione co-dipendente e più di ogni altro rappresenta la questione centrale della co-dipendenza, ossia un interesse insano nell’altro. I Donatori formano una relazione estremamente complicata con i loro bisogni. Vivono in un complesso bazar emozionale in cui fanno continuamente favori agli altri e si prendono cura di loro, con il senso interiore di creare un credito di favori futuri da parte degli altri. Questo stile di ottenere il soddisfacimento dei nostri bisogni è detto “dare per avere”. I due si aspettano che tutto abbia un ritorno. Cercano riconoscimento per ciò che danno agli altri. Ma non c’è mai abbastanza ricompensa per il loro dare, così sentimenti di indegnità e umiliazione li tormentano. Talvolta i Donatori si sentono esausti dalle incessanti cure e attenzioni che tributano agli altri in cambio di amore. E se sentono che niente ritorna dal loro dare, possono diventare estremamente meschini, malevoli e furiosi. L’orgoglio del Due, spesso completamente inconscio, ha una certa determinazione temeraria. È il gloriarsi di prendersi cura degli altri, il gloriarsi di rendersi indispensabili nella vita degli altri – un vanto di quanto fanno bene tutto questo. Il Due può sembrare agli altri arrogante e colmo di importanza, ma le sensazioni al di sotto della sua performance hanno tutte a che fare con la vergogna, la dipendenza e la mancanza di valore.
La personalità del Due è principalmente un’imitazione dell’Essenza Oro, che è amore fusionale o amore prezioso. L’amore fusionale è fortemente connesso con lo stato presente dopo l’orgasmo in cui c’è lasciarsi andare e fondersi. L’intimità liquida. È l’Essenza Oro che scarica il sistema nervoso dopo la forte attività emozionale o fisica. È una qualità di dolcezza, soddisfazione in sé, dissoluzione dei confini e un senso di appartenenza. L’Oro è connesso con la fusione che da neonati avevamo con nostra madre, e dà una completa assuefazione. Spiega perché rimaniamo agganciati dagli amanti, dalle droghe, dalla pratica sportiva, da qualsiasi cosa ci può portare quel dolce rilascio. I Due hanno molta della dolcezza dell’Oro, ma molto di ciò che essi producono è Oro falso, le imitazioni dell’Essenza che sono azionate dal compiacere e dalla manipolazione compulsivi.
Nel nucleo dei Due c’è la perdita dolorosa del loro senso di sé. Nell’infanzia, i Donatori si trovarono spesso nella posizione della ragazzina di papà o dell’ometto di mamma, prendendosi cura dei loro genitori in un modo umiliante e degradante. Nella loro relazione speciale con la madre o il padre e il loro bisogno di compiacerli, persero contatto con l’autentico senso di sé, l’Essenza Arcobaleno. L’Essenza Arcobaleno è la luce personale dell’Essere, la Luce Interiore che brilla negli occhi dei bambini. È la sensazione di essere veramente compresi. Quando siamo in contatto con l’Essenza Arcobaleno, siamo veramente noi stessi. Quando siamo in contatto con la Luce Interiore, abbiamo disponibili tutte le qualità dell’Essenza. Noi siamo l’Amato. L’Essenza Arcobaleno è di solito sperimentata nel cuore, e se ne può fare esperienza in tutti i colori o aspetti dell’Essenza. Don Chisciotte era un ricercatore di questa Essenza, e così lo siamo tutti.
Così parte del processo di guarigione dei Due implica riconnettersi con il sano narcisismo dell’Essenza Arcobaleno, recuperando il loro senso di preziosità e valore. Per farlo, i Due devono porre la loro attenzione esclusivamente su loro stessi invece che sugli altri. Hanno bisogno di far pratica nell’esternazione diretta dei loro bisogni, e nella capacità di accettare anche un no. Per guarire le ferite profonde provocate dal vendersi per amore e la conseguente perdita di dignità e rispetto di sé, i Donatori devono fronteggiare la loro vergogna e sperimentarla completamente. Per i Due, un aiuto incredibile nel processo di guarigione può venire dal lavoro della Codipendenza. Hanno bisogno di affrontare la loro solitudine. Hanno bisogno di vedere tutto della falsa personalità, tutta la manipolazione e il controllo che generano in nome dell’amore. La guarigione autentica inizia quando i Due aprono il loro cuore a loro stessi, comprendendo che l’apprezzamento e l’amore di sé non dipende dall’altro, che il vero Amato non è altro che se stessi.
La risposta introvertita alla vergogna è il Romantico-tragico numero Quattro. I Quattro hanno la tendenza a coinvolgersi in un sacco di operare interiore, fantasia e immaginazione, che prova a loro stessi che vanno bene. Dall’esterno possono apparire raffinati, eleganti e artistici. Il sentimento centrale proveniente dall’infanzia è il rifiuto e l’abbandono, la sensazione che c’è qualcosa di drasticamente sbagliato in me. Il conseguente senso di vergogna è trattato con l’essere molto originale, creativo, artistico o unico. I Quattro cercano di generare l’Essenza Arcobaleno con i sentimenti profondi. Cercano riconoscimento per i loro profondi sentimenti e sensibilità. Essere unico o speciale è un modo di coprire la sensazione centrale di essere tragicamente non valido. Indulgendo nelle emozioni di dolore, tristezza, melanconia, e perdita, i Quattro pensano di poter produrre l’Essenza Arcobaleno, ma tutto ciò che stanno creando è più frustrazione, depressione e rifiuto, più falsa personalità. E soprattutto, generano in loro stessi potenti sensazioni di invidia. “Tutti stanno ottenendo cose belle eccetto me”. I Quattro implodono e collassano, spesso sentendosi dispiaciuti per loro stessi e spostandosi nel ruolo di vittima. La sofferenza ha per loro un alto valore e inconsciamente ne traggono piacere.
Il Romantico-tragico idealizza l’amore, proiettando la luce interiore sull’amato, e quindi rendendo l’amore la risposta a tutti i problemi. Sono assuefatti all’amore. Spesso questa assuefazione è provocata dalla speranza che in qualche modo l’altro si prenderà cura di loro, li proteggerà, o li guarirà. Nel nucleo del Romantico-tragico c’è l’aspirazione al paradiso perduto. La visione idealizzata è connessa con l’Essenza Rosa, l’amore incondizionato o perfetto. L’Essenza Rosa ha una qualità di nutrimento che è strettamente connessa all’allattamento al seno e alla madre. In risposta al forte senso di abbandono che sentirono nell’infanzia, sembra che i Quattro ad un certo punto rifiutarono rabbiosamente il nutrimento al seno. Come adulti, sembra che si allontanino continuamente dalle genuine fonti di nutrimento. Questo allontanamento dall’Essenza Rosa, da ciò che può effettivamente nutrirli, spesso li rende somiglianti a fustiganti masochisti che passano il tempo ad aspirare all’innocenza perduta in qualche lontana Sangri- La. Aspirano perfino a cose che proprio essi stessi hanno rifiutato.
La chiave per la guarigione del Romantico-tragico è sperimentare completamente la verità che tutta la sua malinconia, la sua tristezza e il suo dramma interiore non hanno nulla a che fare con l’Essenza Arcobaleno. Ha bisogno di vedere che la sua tragica realtà interiore è un’esagerazione, una perdente indulgenza nella falsa personalità e nel sentimentalismo. Il Rebirthing può essere un’eccellente tecnica per raggiungere i sentimenti più profondi che risiedono al di sotto del dramma emotivo e dell’intensità del Romantico-tragico. Una volta che i Quattro hanno fatto esperienza di quanto dolore e frustrazione non necessari creano nelle loro vite, l’Essenza Arcobaleno inizia a diventare più disponibile. Iniziano a brillare. I Quattro hanno bisogno di capire che non possono creare la Luce Interiore attraverso l’attività dell’ego. Hanno bisogno di riconoscere ed accettare la loro frequente sconnessione dall’Essenza Arcobaleno. Allora l’attività dell’ego si può rilassare e può emergere il sé autentico.
L’altra chiave per la guarigione della Personalità Quattro è l’azione disciplinata. I Quattro devono smettere di perdersi nella parte selvaggia emotiva e iniziare a dirigersi verso mete raggiungibili, verso l’azione basata sull’onesto impegno, la disciplina e la perseveranza. Ai Romantici-tragici occorre smettere di mollare e collassare nel dramma emozionale delle loro vite interiori. La profondità della loro vergogna ha bisogno di essere affrontata e sperimentata direttamente. Questo può aiutarli ad apprezzare la loro personale bellezza e creatività, senza la pressione di provare che sono unici o speciali. I Quattro hanno bisogno di iniziare a vivere un sano narcisismo che li consenta di essere visti e apprezzati per quello che sono, non per qualche qualità che aspirano ad incorporare. Hanno bisogno di capire che tutto è disponibile qui e ora, non in qualche reame immaginario nel passato o nel futuro.
Per l’Esecutore, l’Enneatipo Tre, il mondo è davvero un palcoscenico, e pone tutta la sua energia emozionale nella sua esecuzione. Produce risultati per ottenere amore, per essere emotivamente connesso agli altri. Cerca riconoscimento per quello che fa. I Tre danno spettacolo ogni minuto del giorno. E di solito sentono che non stanno facendo abbastanza, che devono fare di più. La loro performance prende così tanta energia emotiva che spesso non sentono nulla, o non hanno alcuna idea di cosa stanno davvero provando. Nello sforzo di connettersi agli altri, perdono la connessione con loro stessi. Da bambini furono ricompensati in base a quanto ottenuto, in base a quanto raggiunto. C’era un assenza di legame o connessione emozionale nella famiglia di origine. Il Tre risponde all’assenza eseguendo e facendo in modo che i lavori siano eseguiti. Idealizza l’essere competente. Sotto al fare c’è una profonda paura della sopravvivenza e la paura di non essere amati, di perdere la connessione con gli altri. Spesso il loro fare è un modo per portare gli altri insieme.
L’Enneatipo Tre è un’imitazione dell’Essenza Perla. La loro attività è un tentativo di incorporare le qualità di indipendenza, autonomia e maturità. Dall’esterno, spesso appaiono dinamici e indipendenti, mentre in effetti vivono in estrema codipendenza con gli altri. “Se non do il massimo, nessuno mi amerà“. C’è così tanta pressione nella performance e nel suo miglioramento che i Tre vivono la maggior parte del tempo in una specie di panico interiore. La Personalità Tre si basa sull’auto inganno e sull’auto promozione. I Tre sembrano i personaggi di storie di successo, con molta autostima e super competenti. È un’esecuzione perfetta. C’è un grosso scarto tra la loro realtà interiore e l’immagine di sé che promuovono all’esterno. Quando rilassano il loro fare, i Tre iniziano a sentire il panico e la disintegrazione. Questo spesso porta a maggiore attività.
Nel nucleo centrale dell’Enneatipo Tre c’è la sconnessione dall’Essenza Bianca, la dolorosa separazione dal loro senso di solidità, sostegno interiore, stima e sentirsi a proprio agio. Senza l’Essenza della Volontà, spesso si trovano in competizione con gli altri, cercando di provare che sono i migliori. Senza quel senso di radicamento e solidità che fornisce l’Essenza Bianca, i Tre lavorano in una sorta di vuoto o limbo, sconnessi da loro stessi, sconnessi da ciò che davvero sono. Il ritorno a casa per gli Esecutori inizia affrontando la loro sensazione di castrazione. Hanno bisogno di affrontare alcune delle paure che determinano la loro performance per rilassarla. Hanno bisogno di smettere di cercare di essere il prototipo, il maschio o la femmina Alfa, Superman o Wonder Woman. I Tre devono affrontare la loro vergogna e sperimentare completamente la ferita dell’indegnità che è stata coperta dalle loro innumerevoli vittorie. Solo allora possono iniziare a conoscere l’azione che nasce dalla pienezza dell’Essere. Come nel caso degli altri tipi emozionali, il lavoro della Codipendenza può essere estremamente utile ad aiutare i Tre a guarire la ferita della vergogna.
Con la consapevolezza, inizia per l’ego l’autoguarigione. L’Essenza dissolve le strutture dell’ego, abbattendo le nostre azioni compulsive, la nostra falsa personalità. Senza consapevolezza, siamo come colui che continua a sbattere la testa contro il muro per poi dire “Mi è venuto mal di testa”. Tutti sono capaci di vedere che continuiamo a sbattere la testa, fuorché noi stessi. Senza consapevolezza, continuiamo a sbattere la testa contro il muro e sprechiamo questa vita preziosa. Con la consapevolezza, e il sincero desiderio di conoscerci, arriviamo a ciò che siamo davvero. È una benedizione e il nostro diritto di nascita.