E’ fondamentale comprendere la differenza fra essere consapevoli e l’atto del pensare. Essere consapevoli è piacevole e naturale, attraverso semplici pratiche meditative corporee come il Tandava, metteremo in atto questa esplorazione. Il nostro corpo avvertirà il piacere dell’essere libero da pensieri negativi e potrà “respirare” consapevolezza. Il respiro consapevole è la via più semplice per rimanere nel “qui e ora” e per aiutare a stabilizzare con più facilità il terzo livello di consapevolezza. Andremo a riconoscere l’effetto che i pensieri hanno nel corpo con un’osservazione libera da giudizi.
Attraverso uno stato meditativo si modifica la nostra percezione temporale e si apre la dimensione della sincronicità, la quale ci predispone alla creatività. Nel terzo livello vedremo come l’esterno è perfettamente corrispondente al nostro stato di coscienza.
Diventeremo consapevoli delle forme mentali che ci scollegano dal presente e dalle nostre qualità essenziali e comprenderemo il significato di superconscio e sincronicità. Ci muoveremo nella nostra vita mettendo fra le cose importanti degli appuntamenti da dedicare al silenzio, e ci muoveremo ispirati allo sviluppo percettivo di una mente non conflittuale. Comprenderemo che più resistiamo agli eventi della nostra vita e più creiamo sofferenza, lasceremo via via andare quell’attenzione al passato che sostiene un continuo stato di disagio e conflitto interiore, per muoverci verso u uno stato di maggior presenza.
I diversi livelli di consapevolezza – ordinaria, cosciente e universale– girano attorno al vero sé:
La consapevolezza ordinaria è collegata all’identificazione egoica e alla realtà oggettiva, la consapevolezza cosciente è la capacità di essere testimoni del nostro mondo interiore ed esteriore senza identificazione alcuna e la consapevolezza universale è connessa con l’assoluto, ciò che esiste aldilà della coscienza individuale.
Per approfondire l’esplorazione faremo uso di:- meditazioni attive e passive, attività energetiche e autoindagine. Nel seminario residenziale approfondiremo il lavoro sul giudice interiore iniziato nella seconda parte,e vedremo in che modo esso ci condiziona e limita l’espansione della nostra consapevolezza mantenendo viva l’identificazione egoica. E’ prevista anche l’osservazione del proprio rapporto con il cibo inserendo un programma di alleggerimento dietetico o digiuno.